Bicchieri e calici personalizzati in alto per omaggiare un prodotto Made in Italy d’eccellenza: stiamo parlando del tartufo bianco d’Alba.

Anche quest’anno dal 5 ottobre al 24 novembre 2019 si svolgerà la famosa Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, che richiama operatori del settore, chef e appassionati buongustai del prezioso prodotto enogastronomico più apprezzato nel mondo.

Un fungo ipogeo (che vive sotto terra) a forma di tubero che sin dai tempi antichi è sempre stato apprezzato e consumato in prelibati piatti dal sapore e gusto intenso.

Già i Sumeri utilizzavano il tartufo bianco mischiandolo ad altri vegetali quali orzo, ceci, lenticchie e senape, nel Medioevo rimase il cibo dei lupi, maiali, topi e cinghiali e, tra la fine del XVII ed inizio del XVIII sec., i sovrani Italiani Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III si dilettavano nell’organizzare vere e proprie battute di raccolta.

Il Conte Camillo Benso di Cavour, durante la sua attività politica, utilizzò il tartufo quale mezzo diplomatico e, nel 1831, il Dottor Carlo Vittadini pubblicò a Milano la “Monographia Tuberacearum”, la prima opera che gettò le basi dell’idnologia.

Da allora ad oggi si sono susseguiti un fiorire di studi e di ricerche scientifiche dedicate al tartufo bianco d’Alba, oggi “ambasciatore” della tradizione enogastronomica piemontese, in particolare di Alba.

Tartufo Bianco d’Alba: la ricerca e la raccolta

È la stagione autunnale il momento della maturazione del tartufo. La raccolta del tartufo bianco d’Alba si effettua da metà settembre a fine dicembre, quando i “trifolau” (cercatori) di Alba percorrono con i loro cani i sentieri più nascosti delle colline di Langhe e Roero alla ricerca del prezioso “tubero”.

Grazie al fiuto del migliore amico dell’uomo, è possibile individuare il prezioso tartufo, che verrà estratto dal ricercatore.

Tartufo bianco d’Alba: come consumarlo?

Il tartufo bianco va servito crudo, tagliato in sottili lamelle su cibi sia freddi che caldi. L’aroma del tartufo viene esaltato particolarmente sulle uova al tegamino, ma è ideale sulla fonduta, sul risotto alla piemontese, sui “tajarin” (tagliolini), sui formaggi, sull’insalata di funghi porcini e sulla carne cruda all’albese.

Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: identità territoriale, valori contadini e crescita economica

Figlio di un terreno sano e simbolo della sostenibilità, il tartufo bianco d’Alba rappresenta l’evoluzione dal mondo contadino a quello imprenditoriale. E concilia la crescita economica con la tutela del territorio.

Un luogo unico dove poter acquistare ben 120 profumi del Tuber magnatum Pico e, durante i Foodies Moments, il Tartufo Bianco d’Alba incontra la cucina d’autore.

Una delle novità di questa 89^ edizione è rappresentata dagli Atelier della pasta fresca: è l’uovo l’ingrediente alla base dei piatti di una cucina che ha reso il distretto delle Langhe, di Monferrato e di Roero il più importante d’Italia.

Un vero e proprio percorso enogastronomico locale alla scoperta degli atelier di pasta fresca: piatti come i tajarin e gli agnolotti al plin, che proprio nell’abbinamento con il Tartufo Bianco d’Alba trovano l’equilibrio perfetto.

E per finire un buon bicchiere di vini bianchi, rossi e rosè rigorosamente Made in Franciacorta per celebrare la cena a base di truffle e di bollicine. Sono tantissimi gli accessori vino dedicati agli appassionati intenditori di prosecco, vino spumante e frizzante.

Non ci rimane che dire “Prosit”!

 

 

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