Con il termine tipografia si indica ormai comunemente un’officina all’interno della quale vengono prodotte pubblicazioni su carta. Si tratta di un’estensione del termine, poiché in realtà la tipografia è una tecnologia (ve ne sono diverse altre al giorno d’oggi, come ad esempio la litografia, la stampa digitale etc.) per produrre testi stampati attraverso l’utilizzo di matrici composte di caratteri mobili o lastre inchiostrate.

Si tratta della tecnica che ricorda maggiormente il metodo utilizzato per le prime stampe da colui il quale fu il fondatore di questa industria, ossia Johann Gutenberg.

Il termine tipografia (dal greco τύπος, “impronta” e γράφειν, “scrivere”) indica dunque un’attività artigianale o industriale, che si svolge tramite diverse operazioni, ovvero:

– la realizzazione dei caratteri tipografici;

– la formatura tipografica, ossia l’impaginazione dei caratteri sui fogli (che possono essere di diversi formati);

– la stampa del supporto, che può essere carta, cartone, seta, raso, pergamena, plastica, metallo etc.;

– confezionamento o rilegatura dei supporti stampati nel formato finale di utilizzo: libri, blocchi, calendari, manifesti, biglietti da visita etc.

L’arte tipografica

Ovviamente, nella nostra tipografia a Napoli disponiamo l’utilizzo di macchinari e competenze non banali, tanto che giustamente ci si riferisce spesso al settore con il termine di “arte tipografica”. La tipografia, infatti, rappresenta la tecnica di stampa madre di tutte le tecnologie moderne utilizzate per produrre pubblicazioni in generale.

Come dicevamo, infatti, la tecnica tipografica è quella che discende direttamente dal metodo del torchio pressore utilizzato dal pioniere Johann Gutenberg nel 1400 e diffusosi anche in Italia nella seconda metà del secolo.

 

La tecnica della stampa tradizionale

Come avviene la stampa tipografica? Per prima cosa vengono preparate le matrici di stampa in rilievo (rilievografia), che possono essere formate da caratteri mobili fusi in piombo, in righe di Linotype o cliché. Le matrici, a loro volta, vengono inchiostrate da rulli e un piano battente imprime pressione al foglio che precedentemente è stato interposto tra la matrice e il piano stesso.

Il risultato finale ottenuto con questa tecnica è molto simile a quello delle antiche tradizioni dell’arte tipografica: si possono infatti notare i segni della pressione sulla carta, il colore delle lettere è molto intenso e in definitiva il prodotto è in grado di distinguersi dalla massa.

Differenze tra Litografia e Tipografia

Erroneamente considerato sinonimo di tipografia, la litografia (dal greco λίθος, lìthos, “pietra” e γράφειν, gràphein, “scrivere”) è una tecnica di stampa leggermente differente. La stampa avviene attraverso un procedimento chimico-fisico, basato sull’utilizzo di una matrice piana: in pratica, dunque, le parti stampanti e non stampanti sono poste sullo stesso piano e non su piani differenti come avviene nella tipografia.

Non è un caso, dunque, che inizialmente questo procedimento fosse definito “stampa chimica su pietra”, ma oggi ci si riferisce più generalmente come litografia o “arte litografica” e viene utilizzata per realizzare manifesti, volantini, cataloghi e quant’altro.

La litografia come tecnica di stampa nacque oltre tre secoli dopo la tipografia: nel 1796 il procedimento fu inventato dall’austriaco Alois Senefelder. Fu quasi una scoperta casuale avvenuta tramite l’utilizzo di una pietra proveniente dalle cave di Solnhofen, cittadina sita nei pressi di Monaco di Baviera, ma a partire dall’inizio del 1800 ebbe una rapida diffusione, con la nascita di tante litografie in Francia, Baviera e Russia nel giro di pochi decenni.

Curiosamente, la Gran Bretagna non accolse questa nuova invenzione, addirittura vietando espressamente l’importazione delle pietre “litografiche”. In Italia la litografia fece la sua prima apparizione nel 1805, a Roma, grazie all’iniziativa del trentino G. Dall’Armi.

Da tipografia e litografia si sono sviluppate nell’era moderna altre tecniche di stampa, come quella offset e ancora più recentemente quella digitale, che sfrutta al massimo le potenzialità dei computer e di tutta una serie di dispositivi di nuova generazione.

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